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Buon Compleanno

Marina Bellini - Radio Città - Roma- 1976


 

 

RADIO BAR è il titolo di una delle più interessanti produzioni di Radio Emilia Uno (originaria definizione di quella che noi più semplicemente continueremo a chiamare più semplicemente  Radio Emilia, come era nella sua accezione comune, malgrado anche questa emittente abbia attraversato un periodo di smanie televisive, quando chi stava dinnanzi al microfono pronunziava quale testata Tele Radio Emilia, anche se a memoria non ricordo proprio alcun tipo di tentativo di invasione del piccolo schermo…), su idea di un vulcanico Gian Carlo Ceci (prossimo responsabile della Redazione Sportiva, nonché primo radiocronista italiano di una partita di calcio su una privata, come vi racconto nella guida di presentazione dello spezzone audio dello spareggio Triestina-Parma, presente nel museo di Broadcstitalia.it .

Radio Bar
con Ceci e Charly Frigeri e Maria Alba
(Bar Giovane Italia) 1976

 

Nel 1976, anno cui si riferiscono le tre registrazioni che vi proporremo, non ebbi mai modo di ascoltare direttamente queste trasmissioni, forse perché ero fedele a Radio Parma, dove ancora militavo prima del passaggio (del Direttore Carlo Drapkind e mio del settembre del ’78) proprio a Radio Emilia, forse perché con la mia radiobox (cioè un cubo di plastica marrone, credo prodotto dalla Majestic, con sopra una mega-manopola per la ricerca delle frequenze, ed un minuscolo potenziometro nero per il controllo del volume, oltre ad una antenna telescopica estendibile, alla quale io aggiungevo una prolunga con cavi e fili, nel tentativo di migliorare ulteriormente la ricezione) andavo a caccia di stazioni lontane… Ricordo le serate ad ascoltare Radio Venere di Reggio Emilia, dove dei conduttori dalla voce nasale bollavano come canzoni saponetta quelle di Umberto Tozzi, oppure Punto Radio Bologna-Modena, che trasmetteva da Zocca (MN), con un socio d’eccezione, tal Vasco Rossi…

 

Essendo, dunque, in altre faccende affaccendato mi persi l’opportunità di vivere in diretta uno dei più significativi fenomeni radiofonici del momento, del quale sentii parlare mille volte dai colleghi anche nel tempo a seguire: ma ben 33 anni dopo, ho avuto la possibilità di ascoltarlo, esattamente come fosse ancora allora, non solo perché, appunto, non lo avevo mai sentito prima, ma anche perché la registrazione non era stata effettuata direttamente dalla bassa frequenza di regia, quindi “pulita”, bensì da un radioregistratore Philips a casa di Ceci (nella centrale Via Saffi, esattamente nello stesso palazzo dove qualche anno dopo sarebbe transitata per qualche mese la mia “Eco Radio”, ospite di Massimo Ferrari, e di fianco ad una successiva sede di Radio Parma, dopo l’acquisizione della stessa da parte del gruppo Gazzetta di Parma) e così sul mio diffusore di oggi (una radiolina Majestic – che vagamente ricorda quella di allora – utilizzata come amplificatore della “piastra della resurrezione”…) si sono magicamente riprodotte assieme a quelle antiche voci anche gli effetti del segnale debole dell’epoca (fading, no?), cioè fruscii e disturbi atmosferici, che in quella epoca avevano la meglio sulle interferenze, un po’ perché di radio ce n’erano ancora pochine, un po’ perché la potenza di emissione era davvero limitata a pochi watt.

 Quei disturbi nella puntata dal Bar Stradivari sembrano quasi avere la meglio sull’emissione fondamentale, fino a quando una mano felice (ma siamo già al minuto numero 39’…) posiziona un po’ meglio l’antenna, consentendo al segnale di giungere forte e chiaro… fino ai nostri giorni. E dire che il punto di trasmissione e quello di ricezione (da Via Zarotto a Via Saffi) distavano tra loro poco più di un chilometro in linea d’aria…

 

Anche nella puntata dal Bar Dolomiti, avremo modo di risentire l’atmosfera da antica FM o MF, con i disturbi di cui sopra, mentre il terzo ed ultimo contributo, cioè quello dal Bar Giovane Italia, appare decisamente più pulito.

 Radio Bar
con Ceci e Charly (studio) Frigeri e Greci
(Bar Dolomiti) - 1976

La sfida tra i Bar era indiretta: una sera alla settimana (credo il martedì) gli inviati di Gian Carlo Ceci si recavano nel pubblico esercizio prescelto per raccontare l’atmosfera, descrivere spazi ed ambiente ed ascoltare direttamente gli avventori, i cui portavoce davano le risposte ai quiz (le domande in tutto erano quindici, di cultura generale, sport, musica, storia di Parma etc.) che dallo studio poneva l’impertinente conduttore, con la sua tipica erre moscia, affiancato dalla voce profonda e professionale di tal Charly Max, che stava anche al mixer.

 

Charly Max non sapevo proprio chi fosse: così, dopo aver ascoltato le preziose registrazioni che l’amico Gian Carlo mi ha passato, gli ho chiesto lumi, venendo così a scoprire che si trattava del fratello di una delle inviate, Cristina Greci – che in tandem con Stefano Frigeri, abituale spalla di Ceci anche nelle radiocronache del Parma Calcio – era il trait d’union all’altro capo della cornetta, dal Bar Dolomiti; dallo Stradivari, invece, i corrispondenti erano Vittorio Martello (giornalista, poi anche direttore di periodici cittadini), accompagnato dalla signora Maria Alba, che lo tradirà con Frigeri nei collegamenti dal Bar Giovane Italia. Nelle puntate documentate non compare, tuttavia Ceci mi garantisce che facesse parte della pattuglia di inviati esterni anche Paolo Pessina, poi direttore di Telereggio (e già tra gli artefici del tentativo di Video Parma, di qualche anno prima, con Gian Carlo e Martello).

 

La tradizione orale, che aveva accompagnato il mito di “Radio Bar”, alimentata dallo stesso Ceci, narrava di una sfida incrociata con due esercizi collegati direttamente nella stessa sera “sullo stile di Campanile Sera”: in realtà abbiamo verificato che il confronto, come dicevamo prima era indiretto, cioè la classifica era stilata solo alla fine del concorso sul numero di risposte esatte fornite su 15 quesiti: “In effetti – ammetterà Ceci – era già difficile, in quei tempi, collegarsi telefonicamente da un posto, immaginarsi da due…” E così è vero che, come nel caso del noto programma di Mamma Rai (Tv), si trattava di un esempio di “gioco collettivo” con interazionetra studio ed esterno, ma non c’era, come nel modello preso ad esempio, la contrapposizione campanilistica che ne fece la fortuna.

 

Ascoltando la puntata dal Bar Giovane Italia, l’ultima in ordine temporale in nostro possesso, abbiamo potuto apprendere la classifica provvisoria fino a quel punto: a 15 punti (l’en-plein, come diceva il maestro della materia Mike Bongiorno, opportunamente citato da Ceci) guidava il Bar K2; a 14 punti (cioè con una sola risposta errata) seguivano il Bar Venezia ed il Circolo Dipendenti Comunali; a quota 13 c’erano lo Snak Bar Maria Luigia, il Bar Sergio, oltre allo Stradivari e al Dolomiti (dei quali avremmo così appreso il piazzamento, dal momento che, ahinoi, le registrazioni, effettuate su cassette C120, terminavano sempre prima della conclusione della trasmissione…); a 12 i bar Corradi, Obelisco, Tampa Lirica e Fleming; il Bar Giardino di Monticelli era a 11, chiudeva il Bar Annibale a 10. Facendo un po’ la conta, fino a quel punto erano stati coinvolti nell’iniziativa 13 bar.

 Radio Bar
con Ceci e Charly (studio) Martello e Maria Alba
Bar Stradivari 1976

Come abbiamo risolto il problema della datazione dei nostri reperti? Da bravi archeologi dell’etere (grazie a Paolo Grossi per questa definizione che ha coniato per noi…) abbiamo prestato particolare attenzione ai pochi indizi e dettagli offerti: nella puntata dal Bar Dolomiti (purtroppo l’unica con la sigla di apertura integrale sulla colonna sonora di Popcorn) la domanda numero otto era: “Chi è Olof Palme?” La risposta data dagli avventori (reggente o re) era errata, in quanto, al tempo, era, stando ai conduttori, il primo ministro svedese. Secondo quanto riporta Wikipedia l’uomo politico, che sarebbe stato assassinato 10 anni dopo, cioè nel 1986, aveva rivestito la carica di primi ministro dal 14 ottobre 1969 all’8 ottobre 1976 e poi dall’8 ottobre 1982 fino al giorno del suo assassinio a Stoccolma, il 1° marzo 1986. Dunque quella puntata deve essere andata in onda per forza prima dell’8 ottobre 1976: iniziamo, quindi, a supporre che questo ciclo di trasmissioni sia autunnale. Ma la domanda successiva fa riferimento alla canzone “Gli occhi (verdi) di tua madre” di Sandro Giacobbe, piazzatasi terza al Festival di San Remo del 1976: sull’anno non abbiamo dubbi, è il 1976, ma ci viene il sospetto che possano essere andate in onda in primavera e non in autunno. Ascoltando la puntata dallo Stradivari, precedente in ordine temporale rispetto a quella del Dolomiti, la domanda n.12 recita: “Chi è l’arbitro che alla 12^ giornata è stato protagonista di un episodio contestato e a causa di questo inconveniente è stato costretto a farsi sostituire un dente?” La risposta giusta (centrata dai concorrenti) è Ciacci. Giulio Ciacci era un arbitro della sezione Aia di Firenze. Su internet, in proposito, troviamo questa notizia: “Nel mese di Gennaio 1976 a Genova si giocava Sampdoria-Inter e per un goal annullato al blucerchiato Rossinelli (che aveva segnato il 2 a 2), un invasore raggiunge l’arbitro fiorentino Giulio Ciacci e lo colpisce con un pugno in faccia mettendolo ko ad un minuto dalla fine. L’arbitro Ciacci non è nuovo a questo genere di proteste. Durante un Milan-Torino, un quindicenne l’aveva offeso per tutta la durata della partita tramite un megafono invitando la folla a seguirlo. Ciacci lo querelò. L’invasore viene subito imitato e una folla di tifosi sampdoriani si riversa sul prato di Marassi incendiando anche la porta difesa da Ivano Bordon, estremo difensore interista.” (fonte: Christian Calabrese, http://www.hitparadeitalia.it/voli/articoli/ch760124.htm ). Se l’episodio è relativo al mese di Gennaio, esattamente il giorno 12, stando ai calendari ufficiali, trattandosi di una domanda al confine tra attualità e sport, veniamo confortati nella nostra sensazione che il programma doveva essere andato in onda davvero verso primavera. Purtroppo ci stava portando fuori strada quest’ulteriore news pescata nel mare magnum della rete (fonte: http://blog.football.it/1105/serie-a-0910-sampdoria-inter-precedenti-e-arbitro): “Nella non breve storia dell’incontro (Sampdoria-Inter) c’è anche un match deciso dal Giudice Sportivo che l’11 novembre 1976 assegnò all’Inter il 2-0 a tavolino perché un invasore, un parrucchiere, scese dalle tribune e aggredì in campo l’arbitro toscano Ciacci.”Ma la data riportata, 11 novembre 1976, non può essere corretta per un incontro di calcio che è documentato essersi svolto a gennaio… Per toglierci ogni dubbio, comunque, siamo ricorsi a Gian Carlo Ceci, disturbato al telefono all’ora di cena: “La mia memoria, purtroppo, inizia ad essere quella che è, però Radio Bar deve essere iniziato attorno alla prima o alla seconda settimana di febbraio, e comunque poco dopo la nostra prima radiocronaca diretta di Arezzo-Parma dell’ 11 gennaio 1976, cioè una volta sistemato il sistema per mettere in diretta le telefonate”.

 Approfittando della telefonata al conduttore di Radio Bar, gli chiediamo come e quando finì il programma: “Fu determinante una vibrante contestazione a proposito della questione della morte di Francisco Franco, in quanto noi volevamo la data ufficiale del decesso, mentre i concorrenti insistevano su quella della morte cerebrale. Un po’ per questo motivo, un po’ perché ormai l’estate era alle porte, quella felice esperienza si concluse e non venne più ripetuta.”

L’episodio cui si riferisce il nostro interlocutore, però, avvenne nella puntata n.12 dal Bar Stradivari, alla quale seguirono perlomeno… gli altri due esemplari in nostro possesso (la 13 e la 14). La domanda incriminata era la n.10, di attualità: “Quando è morto il generalissimo Francisco Franco? Giorno e mese e anno”. Dallo Stradivari la risposta data fu il 14 novembre 1975. Per gli esperti in studio, invece, era il 20 novembre. “I super esperti confermano – chiosò Ceci in diretta – per sei giorni la risposta non è esatta. Quindi facciamo andare l’ennesimo disco per consolarvi.” Cioè Paopop di Enrico Intra… Ma le proteste, evidentemente, non si placarono lì…

 Radio Bar – un po’ come accadeva per i grandi riti collettivi quando ci si riuniva davanti al piccolo schermo dell’immediato dopo guerra, magari proprio per la visione di un telequiz piuttosto che per un evento sportivo – faceva radunare decine di persone, anche un centinaio, tutte pronte a dare il proprio contributo per la vittoria della propria bandiera. (Sintomatico l’aneddoto raccontatoci da Maria Alba dal Bar Giovane Italia, a  proposito di un tal Gian Carlo che continuava a fare la spola con il portavoce Pucci, ripetendogli continuamente la risposta giusta, affinché questi non se la dimenticasse…). Era inoltre occasione per avanzare richieste all’amministrazione cittadina da parte dei titolari dei Bar, che spesso gestivano polisportive: sia dal Bar Dolomiti, sia dal Bar Giovane Italia il grido di dolore era stato dateci dei campi sui quali far giocare le nostre squadre o i ragazzi del quartiere o appezzamenti per costruire una nuova sede o degli impianti sportivi. Ceci si fece portavoce di queste sollecitazioni dalla base: contattò l’assessorato preposto – come ci racconta nella puntata n.14 – non trovò personalmente l’assessore Catuzzi, che era fuori sede, ma grande attenzione da parte del personale, che si dimostrò sensibile alle argomentazioni poste.

Un ultimo dettaglio: nelle puntate che abbiamo avuto modo di ascoltare, in almeno un paio di occasioni gli errori commessi erano frutto della eccessiva fretta di rispondere, rinunciando al minuto a disposizione per poter riflettere o documentarsi. Ad esempio – oltre alla già citata risposta errata su Olof Palme dal Dolomiti – dal Giovane Italia, già alla seconda domanda si è manifestato il traditore eccesso di sicurezza: al quesito di attualità: “È stato ucciso recentemente lo zio di un famoso cantante di musica leggera che in questi giorni la televisione ci sta riproponendo in uno spettacolo a puntate. Chi è questo cantante e quale il titolo dello spettacolo televisivo?” correttamente è stato risposto Massimo Ranieri, ma la trasmissione non era “Una sera ci incontrammo” come da loro asserito, bensì “Dal primo momento che ti ho visto.”

 L’ennesima dimostrazione che la fretta è una cattiva consigliera…

 Gabriele Majo (5 novembre 2009)

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